CoronaVirus – Oggi è domenica. Ma davvero?

Quando il tempo si dilata, o si contrae, e perdi il senso del tempo che passa.


Quanti di voi hanno realizzato che oggi è domenica? Badate bene ho detto realizzato non Quanti di voi sanno che oggi è domenica.

C’è una bella differenza tra le due domande, sebbene possa sembrare piccola ed impercettibile. Sapere che è domenica arriva da un mero calcolo: ieri era sabato, per cui oggi è domenica. Realizzare che è domenica, invece, viene da percezioni di attività diverse, svolte nei festivi: alzarsi più tardi, non farsi la barba, non portare i figli a scuola ed altre piccole cose quotidiane.

Non so voi: ma per me, che oggi sia domenica, non mi è passato nemmeno per l’anticamera del cervello, sino a che non mi sono seduto, qui al computer, ed ho visto la data, in alto a destra, sullo schermo. E credo sia stato così per tanta altra gente!

In questo periodo, in cui si è costretti in casa, è difficile rendersi conto del tempo che passa, figuriamoci poi dei giorni che passano. Cosa farete oggi, che non avete fatto ieri? In cosa si differenzierà la vostra giornata dall’altro ieri o il giorno ancora prima?

È strano come la nostra percezione del passare del tempo sia così individuale, nel senso di diversità, rispetto agli altri, ma allo stesso tempo, così simile se prendiamo un gruppo omogeneo di persone.

Per esempio: chi insegna, anche in remoto, saprà che oggi non deve fare lezione, chi partecipa alle lezioni, anche remote, sa che oggi non dovrà farlo; ma per chi non ha questo genere di obblighi, tipo chi fa il vero smart working le cose cambiano: questo genere di persone possono svolgere il proprio lavoro durante il giorno, o durante la sera o, addirittura, durante la notte. Quello che importa loro, è avere pronto il lavoro da presentare, nei tempi richiesti dal proprio datore di lavoro.

Per questo faccio sempre una distinzione netta tra vero smart working, e smart working, non dico fasullo, ma inteso più come un lavorare da casa, ma seguendo comunque gli orari di lavoro dell’ufficio. I datori di lavoro di mio marito, per esempio, lo definiscono lavoro agile perché sanno bene che, nella realtà lo smart working si avvicina più al lavoro da freelance che non da impiegato a distanza.

Capiamoci: sono entrambe ottime possibilità, in questo momento in cui ci viene richiesto di muoverci da casa il meno possibile, ma sono in effetti, sia nella teoria, che nella pratica, due situazioni molto diverse.

Insomma il lavoro remoto, che sia smart, agile o da freelance, permette di affrontare questa situazione contingente, in modo più sicuro, ma porta con se, questa strana percezione del tempo. A volte si contrae, ed il tempo passa in un lampo; a volte si espande, e non sembra più finire la giornata, lavorativa o meno, che sia!!

Voi come vi regolate in questo periodo di quarantena di stato? Cercate di tenere sempre il punto della situazione, così da sapere, sempre, che giorno sia e cosa avete da fare, o lasciate che il tempo vi scorra intorno, con le sue contrazioni ed espansioni, facendo quasi in modo che siano avulse dalla vostra vita quotidiana?

Io, di norma, lascio passare il tempo a briglie sciolte, durante la settimana, ma cerco di focalizzare l’arrivo del fine settimana. Perché? Ci sono diversi motivi:

  1. durante il giorno, nei feriali, di norma sono solo a casa, quindi libero di gestirmi le mie attività, lavorative o di svago, come meglio preferisco;
  2. nel fine settimana, il marito è a casa, per cui cerco di trovare attività da fare insieme, così da vivere il tempo passato insieme. Cercando di recuperare la distanza che si crea, inevitabilmente, durante la sua settimana lavorativa, quando spesso capita che torna dall’ufficio abbastanza stanco da non aver voglia di fare altro che rilassarsi.

In questo periodo, direte voi, con il lavoro agile sarà a casa, a volte, anche durante la settimana. Vero: di norma tre giorni su cinque, quando non addirittura quattro. Però, come immaginavo, un po’ per il tipo di lavoro che fa, un po’ perché conosco anche il suo carattere e la sua morale, quando è a casa in lavoro agile non si sognerebbe mai, di usare il tempo del lavoro per fare altro. Per cui si, è a casa, ma un po’ e come se non ci fosse, preso com’è da mille telefonate in entrata, chiamate sull’applicazione di chat dei colleghi di lavoro, e lavoro al computer da svolgere, comunque, entro la giornata lavorativa.

L’unico vantaggio, se così lo possiamo definire, è che pranziamo assieme, e passiamo le sue abituali pause caffè, in compagnia, ma per il resto, lui sta alla sua postazione di lavoro, ed io faccio altro ed altrove 🙂

Credo comunque sia così, alla fin fine, per chiunque conviva con qualcuno che sia in lavoro agile, e lo prenda seriamente.

Resta comunque valido il fatto, che stamane non ho realizzato che fosse domenica. E voi… ?

J.C.


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